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La stampa 3D nell’industria italiana ai tempi dell’Industria 4.0

“La creatività nasce dall'angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura.

È nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.”

(A. Einstein)

Tempo di lettura: 5 min.

La recente vicenda accaduta a Brescia ha portato l’attenzione dei non addetti ai lavori sulla stampa 3D e sulle più recenti tecnologie di fabbricazione additiva.

In breve, per fronteggiare la scarsità di valvole di ricambio per respiratori polmonari all’ospedale di Chiari (Brescia), un team di fisici, ingegneri e makers ha ridisegnato il componente con software CAD e prodotto il pezzo in piccola serie mediante stampa 3D.

Non solo. In seguito, quello stesso team ha studiato la possibilità di sviluppare ex novo due valvole (Charlotte e Dave) per trasformare la maschera da snorkeling “Easybreath” di Decathlon in un dispositivo biomedicale di ventilazione.

Questa storia, fatta di ingegno, tecnologia e condivisione, ha messo in luce due aspetti, finora lontani dai riflettori dell’opinione pubblica:

  • il grande potenziale produttivo delle tecnologie di fabbricazione additiva ed il loro reale impatto nel quotidiano;
  •  la presenza di un vero e proprio movimento culturale, dalle enormi potenzialità sul piano dello sviluppo sociale e economico, quello dei cosiddetti “makers”, di cui fanno parte appassionati di tecnologia, educatori, pensatori, inventori, ingegneri, autori, artisti, studenti, chef, artigiani 2.0, che, con un forte approccio innovativo e grazie alla loro capacità di esplorare nuove strade o semplicemente di percorrere in modo “moderno” quelle esistenti, creano prodotti per avvicinare la nostra società ad un futuro più semplice e spesso anche divertente.

Restando in tema: Stampa 3D nel settore medicale

Le applicazioni di questa tecnologia nel settore medicale sono molteplici e molto spesso hanno generato un balzo in avanti in termini di innovazione delle pratiche mediche. Alcuni esempi sono la stampa 3D per realizzare modelli di organi o tessuti reali grazie alla trasposizione in CAD di immagini diagnostiche. O, ancora, la stampa 3D di metalli per piastre, placche e perni ortopedici, perfettamente compatibili e personalizzati per l’anatomia di un paziente specifico. Per restare in tema “emergenza COVID-19”, a Liverpool (USA), nello stato di New York, Isaac Budmen e Stephanie Keefe hanno stampato più di 300 mascherine per i lavoratori di un laboratorio di analisi sul coronavirus. Budmen e Keef, hanno un’azienda operante nella vendita di stampanti 3d personalizzate e, per produrre le mascherine, hanno impiegato una flotta di 16 stampanti 3D nel loro seminterrato.

Copper3D, azienda operante tra Cile e Stati Uniti, ha sviluppato una mascherina stampata in 3D, progettata per filtrare le particelle sospese nell'aria, che potrebbero trasportare il virus. La società ha rilasciato i piani per la maschera, denominata "NanoHack", gratuitamente online. Una società di stampa 3D nella Repubblica Ceca, Prusa Research, ha presentato il suo prototipo di mascherina stampata in 3D al Ministero della Salute. In Spagna TeamResistencia, gruppo di makers, ingegneri e informatici, hanno sviluppato un respiratore open-source da zero, con numerosi componenti stampati in 3D, che a breve sarà testato clinicamente. Gli esempi quindi sono molteplici e coinvolgono aziende da ogni angolo del globo.

Stampa 3D
Stampa 3D

Oltre l’emergenza, il mercato della Stampa 3D

Dopo anni in cui la stampa 3D era stata utilizzata quasi esclusivamente per la prototipazione rapida, con l’evoluzione di tecnologia e materiali, unitamente al calo dei prezzi di dispositivi e consumabili, oggi si assiste ad un uso sempre più massivo dell’Additive Manufacturing, per la produzione vera e propria, come gli esempi recenti in campo medicale dimostrano.

Mordor Intelligence, società che si occupa di analisi di mercato già nel 2017 aveva stimato che il mercato della stampa 3D raggiungerà i 35 miliardi di dollari nel 2023, con un CAGR del 27% nel periodo (2018-2023). Queste previsioni sono state confermate da uno studio più recente condotto da IDC, che nel 2019 ha registrato una crescita del settore dell’Additive Manufacturing del 27% a livello globale, con un giro d’affari di circa 27 miliardi di dollari annuo. Sebbene non siano disponibili al momento dati open source per l’Italia, è presumibile che il trend di crescita investa anche il nostro paese. Sempre più aziende manifatturiere, infatti, stanno investendo in questa tecnologia e non più soltanto per la prototipazione. Tra i settori di spicco che puntano molto sulla Stampa 3D a scopi produttivi c’è l’aerospaziale, in cui gli elevati costi di produzioni in piccola serie con le tradizionali tecniche di manifattura sottrattiva, rendono l’Additive Manufacturing un elemento chiave per aumentare la propria competitività. La grande attenzione alle politiche dell’Industria 4.0 – il paradigma dell’industria “Smart” del futuro – ha spinto l’Europa a stanziare fondi per le PMI che spesso non hanno abbastanza liquidità per accedere all’innovazione. Questo, auspicabilmente, alimenterà, anche in Italia, la trasformazione dell’intero impianto industriale. Il manifatturiero italiano, composto principalmente da piccole e medie imprese, ha sfruttato solo parzialmente le opportunità dei fondi UE per l’Industria 4.0, rispetto ad altri paesi comunitari, segnalando così l’urgenza di occuparsi della questione tecnologica per colmare questo gap nei mercati internazionali. Forse questa emergenza lascerà una maggiore consapevolezza nell’industria italiana della potenza delle innovazioni, a partire proprio dall’Additive Manufacturing e dalle sue eccellenze nel territorio italiano, fatte di Makers, StartUp, FabLab, in sintesi, di menti.

Alessia Mentella, Progemec Srl

Redazione L'Inchiesta Quotidiano

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