La produzione negli stabilimenti Stellantis in Italia nei primi 9 mesi del 2021 e' salita rispetto allo stesso periodo del 2020, impattato dalle chiusure a causa della pandemia ma segna un calo rispetto al 2019 a causa della carenza dei semiconduttori, che sta provocando rallentamenti e sospensioni alle produzioni. E' la fotografia scattata dalla Fim Cisl. Secondo i dati forniti ieri nel corso di una conferenza stampa, la produzione e' salita del 14,2% nei primi 9 mesi del 2021 sul 2020 a 528.277 unita', contro le 462.404 del 2020. Rispetto allo stesso periodo del 2019, tuttavia, si registra un calo del 16,3% dai 631.200 veicoli prodotti: per la prima volta sono negativi anche i veicoli commerciali, cosa mai successa negli ultimi 12 anni. Secondo il sindacato, l'effetto e' in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori. In una nota si spiega che la sofferenza riscontrata nei primi 6 mesi del 2021, si e' aggravata nell'ultimo trimestre causando numerosi blocchi produttivi.
L'unico stabilimento che non subisce fermate nell'ultimo trimestre e' il polo produttivo torinese; in particolare la produzione della Fiat 500 elettrica, che non puo' fermarsi per i vincoli sul Co2, per evitare sanzioni.
Nel dettaglio, analizzando i dati l'incremento di circa 43.513 veicoli rispetto al 2020 nel polo torinese, la Fim indica che compensano la perdita di circa 12.750 veicoli determinatesi negli stabilimenti di Cassino, Pomigliano e Melfi. Per il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, 'la situazione e' veramente pesante, nell'ultimo trimestre su circa 50 giorni potenziali di lavoro (65 lavorativi - circa 15 gg ferie), solo il Polo Torinese e Maserati Modena non hanno subito fermate.
Per gli altri stabilimenti si riducono i turni e le giornate lavorative utilizzando la Cig: Cassino -38%, Pomigliano - 70%, Melfi -54%. Anche Sevel passata indenne nel primo semestre, si ritrova con una riduzione delle giornate lavorative nel trimestre del 28%'. Secondo Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, 'la preoccupazione maggiore e' determinata dal fatto che il blocco si e' concentrato pesantemente nel mese di settembre e le previsioni sono che la situazione si trascinera' a tutto il primo semestre del 2022. Emblematica la situazione di Melfi che per settembre e ottobre lavorera' 7 giorni ogni mese.
Vista la situazione, e' certo che non si raggiungeranno nemmeno i 712.000 veicoli dell'anno della pandemia e del lock-down. A livello globale si stima che il contraccolpo sui volumi mondiali impattera' con meno 10 milioni di autovetture'.
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