E' proseguito nel 2020 il processo di progressiva riduzione della dipendenza da Fca, accompagnato dalla riorganizzazione delle imprese come fornitrici di altre case. E' quanto emerge dall'edizione 2021 dell'Osservatorio sulla componentistica automotive italiana. Fca e' infatti risultata presente nel portafoglio clienti del 69% delle imprese, il valore piu' basso rilevato dall'Osservatorio (78% per i fornitori piemontesi); e' proseguita inoltre la graduale contrazione della quota di ricavi generati da commesse del gruppo Fca (il 35,4% a fronte del 36,6% del 2019 e del 37,4% dell'anno precedente), dovuta a un significativo calo sul mercato domestico, non sufficientemente bilanciata dalla crescita avvenuta su quello estero.
Considerando invece complessivamente i due gruppi confluiti in Stellantis (Fca e Psa), il fatturato medio generato dalle vendite sale al 41,7%, con un'incidenza complessiva di Psa di oltre 6 punti percentuale. Interrogate sull'impatto derivante dall'operazione Stellantis, quasi sei imprese su dieci hanno dichiarato di non saper ancora dare un giudizio a evidenziare l'incertezza che pervade la filiera in relazione agli esiti nel tempo.
Fra quante, invece, si sono espresse, il 72% ne ravvisa un'opportunita' a fronte del 28% che percepisce un rischio per il proprio business; per il Piemonte tali percentuali corrispondono rispettivamente al 63% e al 37%. La presenza del gruppo su piu' mercati viene valutata piu' in un'ottica di opportunita', mentre i timori si concentrano sui possibili cambiamenti dei volumi di fornitura e sui possibili mutamenti che possono derivare dallo spostamento del baricentro decisionale.
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