(di Roberto De Luca)
DA L'INCHIESTA DI SERA DEL 19 APRILE
L’interrogativo dominante è quello di sempre: vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? È il leitmotiv che accompagna con fare persistente la stagione del Frosinone. Se vale l’ultima situazione, in casa Ciociara mettono in vetrina un pareggio d’oro in chiave playoff, raggiunto allo scadere su un campo difficile come quello della Ternana. Se invece si racconta la “fame” del tifoso che necessita di gloria, non ci si può stupire se, ancora una volta, quelle in corso siano giornate di rammarico per l’universo giallazzurro. I social, infatti, tracimano dell’amarezza della gente. Tutto questo, non tanto per il pirotecnico 4-4 del “Liberati” - un risultato in fondo positivo per il modo in cui è venuto a maturare, ossia allo scadere su rigore con Novakovich - quanto per il fatto che nel girone di ritorno siano stati spazzati via quei nobili sogni che, alla fine, rappresentano il motore del calcio. Nell’ambiente veniva dato fin troppo per scontato che il Leone potesse e dovesse lottare per la promozione diretta in A, nonostante mille attenuanti spesso sottolineate sulle colonne del nostro quotidiano e rose avversarie allestite con presupposti programmatici completamente differenti. Tanto è vero che tale scenario, poi, si è disperso nel buio poiché non supportato dalla continuità in termini di risultati. Specialmente fuori casa, visto che un successo esterno manca addirittura dal 21 gennaio. Elementi che validano l’attuale posizione occupata dagli uomini di Grosso, ossia l’ottava. L’ultima piazza che prospetta risvolti interessanti per gli spareggi, da difendere dagli assalti del Perugia, distanziato di 3 lunghezze.

Quanti errori -
Il risultato giunto lunedì può ritagliarsi un ruolo assai indicativo, come uno specchio pronto a riflettere l’oggettività di una realtà decisamente chiara. A domicilio della Fere, desiderosa di vincere per riaccendere le speranze playoff, è andata in scena la giostra del gol e degli errori. Troppi, commessi da entrambe le parti, nonostante l’importanza della posta in palio ed il momento cruciale del campionato. Quel 164 che affianca la voce relativa al possesso perso da Brighenti e soci (177 per la Ternana) la dice lunga rispetto al canovaccio assunto da un incontro che ha certamente deliziato gli spettatori, inclusi i quasi 350 frusinati che hanno popolato il settore ospiti, portando sugli spalti voce e passione infinita. Dopo il botta e risposta in avvio firmato Rohdén e Proietti, i rossoverdi per ben tre volte si sono portati avanti nel parziale (autogol di Minelli, Palumbo e Pettinari) e in altrettante occasioni, poi, si son fatti rimontare (autorete di Bogdan, Gatti e appunto Novakovich). Mancata capacità di gestire il vantaggio da una parte, qualità di reazione dall’altra senza mai mollare di un centimetro nonostante insolite difficoltà nel garantire pulizia e vivacità allo sviluppo della manovra. Gatti, certamente, ha incarnato a perfezione questa specificità interiore, rivelandosi uno dei migliori. Guida di un reparto difensivo apparso ancora vulnerabile (Minelli e Szyminski in giornata no), ha letteralmente indotto la squadra a non arrendersi, inventandosi tra l’altro l’unica vera giocata da bomber d’area osservata nell’arco del match, sponda canarina, che ha portato al temporaneo 3-3. Lampi di luce in una Pasquetta da archiviare in fretta sul piano della prestazione e che è divenuta meno dolente grazie al penalty trasformato al 50’ dal rientrante Novakovich.

Tattica e numeri -
In termini tattici, c’è da dire che la partenza del Frosinone lasciava ben sperare. Al di là del vantaggio di Rohdén, la percezione era quella di sempre: solito spartito fondato su aggressività e pressing con i tempi giusti per andare a prendere alta la Ternana. Un compito a cui hanno garantito adempimento, nelle battute iniziali, i tre d’attacco (Ciano, Canotto e Zerbin) in alternanza con le due mezzali, vale a dire Lulic e Rohdén, spesso chiamate ad alzarsi sui difensori umbri in fase di non possesso. L’intensità di pressing (PPDA), però, pian piano è scesa sempre più (7.35 il valore definitivo) e ciò ha reso agevole l’uscita dal basso di una squadra comunque organizzata e ben predisposta ad indirizzare la partita sui binari della qualità, nella fattispecie spesso direzionati verso l’utilizzo di passaggi filtranti. In mediana (il 51% delle azioni si è concretizzato proprio a centrocampo) i giallazzurri hanno sofferto parecchio, facendo fatica a contenere il maggior agonismo dei rivali trascinati da Proietti e Palumbo, artefici di prestazioni super. In costruzione Boloca non ha avuto vita facile, seppur a tratti sia riuscito a mostrare le sue enormi potenzialità anche nelle vesti di play, così come non ha convinto in svariate circostanze la risalita dal campo sin dalle retrovie. Giro palla scolastico e lento tra i difensori, poco facilitato da una mobilità da rivedere. Equilibrio sostanziale nel possesso palla con un 51.1% favorevole alla Fere, i Ciociari hanno sbagliato molto nella trequarti avversaria. È lì che si è concentrato il 44% di palle perse, un dato emblematico che sorprende se confrontato con l’abituale precisione evidenziata a più riprese nei turni precedenti. Così come desta stupore, contestualmente, la statistica relativa agli xG, ovvero i gol attesi in base alla pericolosità delle opportunità create. Partendo da ciò che era noto anche nel pre-gara, ad affrontarsi erano le prime due squadre della cadetteria per “expected goals”. E quanto palesato sul campo, nel suo verdetto, ha rispettato a pieno le attese, mettendo in mostra al tempo stesso alcuni numeri tutt’altro che ipotizzabili. I padroni di casa, infatti, hanno registrato un’aspettativa di reti pari allo 0.60 (11 tiri complessivi, 3 dei quali in porta), a differenza del 2.54 di marca ospite (17 conclusioni totali, 4 in porta). Il che, tradotto, vuol dire che la Ternana ha capitalizzato molto di più rispetto a quanto di pericoloso prodotto dalle parti di Minelli, sfruttando la complicità di errori individuali da matita rossa.

Da oggi testa al Monza -
Il calendario, volgendo uno sguardo al finale di stagione, vedrà lunedì prossimo arrivare al “Benito Stirpe” il Monza. Poi sabato 30 aprile trasferta a Ferrara contro la Spal, il 6 maggio chiusura in casa col Pisa. Tre partite per blindare l’ottava posizione, difendendola dagli assalti del Perugia, ad oggi l’unica rivale in pressione. L’auspicio di Grosso è quello di recuperare altre pedine importanti come Zampano e Charpentier per andare a tutto gas. Nella giornata odierna la squadra si ritroverà a Ferentino per iniziare a preparare la super sfida con la corazzata brianzola.
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