"Gli italiani chiedono giustizia sociale, sviluppo sostenibile e lavoro. Chiedono dignità e speranza. La lotta alle diseguaglianze e la crescita diffusa dovrebbero essere l'assillo e la stella polare di tutta la politica. La destra si è invece lanciata nella consueta lotteria di proposte irrealizzabili e, soprattutto, inique. Flat tax al 23% per tutti, come promette Berlusconi, o al 15% per i lavoratori dipendenti, come propone Salvini. Ciò significa, di fatto, scardinare quel principio di progressività fissato nell'articolo 53 della Costituzione. Il dovere di concorrere a sostenere la spesa statale è espressione di un generale dovere di solidarietà (articolo 2 della Costituzione), cioè dell'obbligo di contribuire ad assicurare eguaglianza (articolo 3) e a creare un sistema in grado di prevedere servizi per tutti, anche i meno abbienti". Lo scrive Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, oggi in un articolo sulla Stampa.
"L'intenzione non dichiarata della destra è ancora una volta penalizzare la parte più povera del Paese. La flat tax al 23%, infatti, avvantaggia molto i redditi alti, ma soprattutto lascia un conto molto salato da pagare. E chi sarà a pagare? Ancora una volta chi ha meno", dice Zingaretti. "Per coprire le voragini di bilancio la destra ovviamente non ha il coraggio di dire cosa vuole fare- prosegue- Quali sono le maggiori voci di spesa dello Stato? Sanità, scuola, università, politiche sociali. Andranno a pescare un'altra volta da lì, lasciando l'Italia più povera e più arretrata".
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