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A San Giovanni l'addio a Santino Daniele in un abbraccio che ha unito Cassino e l'Abbazia

Un abbraccio forte, avvolgente e colmo di affetto. E’ quello che la città di Cassino ha riservato oggi a Santino Daniele, il caro amico di tutti che, pur conservando radici e amicizie a Casamarciano, qui ha costruito una esistenza ricca di cose autentiche. Una vita dedicata al servizio della collettività e soprattutto, da vero cristiano, così come hanno ricordato, nei diversi interventi, tutti coloro che nella chiesa di San Giovanni Battista oggi pomeriggio hanno voluto dare voce a quanto ha realizzato nella sua esistenza, che si è purtroppo interrotta improvvisamente a 73 anni. Sottolineando ciò che ha lasciato dietro di sé come eredità morale. 

Colma la piazza, nella quale lo hanno accolto una delegazione del Corteo Storico Terra Sancti Benedicti, della Pasquetta Epifania con il M° Marcello Bruni e della Banda di San Giorgio a Liri, e gremitissima la parrocchia. Presenze dal forte valore simbolico, considerando il profondo attaccamento che ha avuto per le tradizioni e le istituzioni religiose cassinati. Tanto da esserne protagonista e, per decenni, promotore nelle più importanti iniziative.  

A testimonianza del grande legame con l’abbazia di Montecassino, la presenza dei monaci don Giuseppe Roberti e don Luigi Maria Di Bussolo, che hanno concelebrato insieme al parroco di San Giovanni Battista, Don Giovanni De Ciantis, e al vice parroco di Aquino, Don Andrea Pantone. A lato dell’altare ha presenziato l’ex abate dom Pietro Vittorelli.  

Ad animare la celebrazione eucaristica, il coro di San Giovanni Battista Città di Cassino, diretto dal M° Fulvio Venditti e, tra i banchi, a dare conforto e vicinanza ai familiari, i tantissimi amici e referenti di associazioni che in tanti anni hanno avuto in Santino un valido collaboratore, un solare compagno, un inarrestabile organizzatore. Numerosi anche gli amministratori comunali presenti, tra cui l’assessore Luigi Maccaro ed il consigliere Edilio Terranova.

Don Giovanni ha ricordato che fu proprio lui, Santino, ad accoglierlo la sera di agosto del 2017, al suo ingresso nella nuova parrocchia cui era stato destinato. «Voleva vedere com’era questo sacerdote che arrivava da Sora - mi disse -. E dopo quell’incontro siamo diventati amici». Un’amicizia solida, tra un giovane parroco ed un maturo signore che grazie alla sua loquacità partenopea, al suo gesticolare, a quella sua passione per la lavorazione del legno e per il teatro di Eduardo, era una presenza importante per tutti coloro che lo conoscevano. Per ognuno dei quali aveva un sorriso rassicurante, una parola gentile, una battuta ironica e schietta. 

Ma anche un gran cuore. Realizzata con le sue mani la croce lignea che campeggia sull’altare, inevitabile che le numerose attività solidali a favore della collettività abbiano trovato sempre accoglimento, senza perdere tempo. La sua devozione per la Madonna dell’Assunta, l’attività febbrile per la costituzione del Corteo Storico, la presenza costante e continua nella parrocchia di San Giovanni e quella grande devozione per San Benedetto, per Montecassino. 

Tutto, di lui, mancherà. Per la semplicità con cui sapeva far dono della sua amabile cortesia e disponibilità verso gli altri. Che fossero familiari, amici o semplici conoscenti di un’ora, non aveva importanza. Esempio di rettitudine e autorevole punto di riferimento per i due figli Leopoldo e Daniele, ma non solo, come ha ricordato la nipote Elena, cui suor Claudia ha affidato anche un testo struggente. Un ricordo di quello che per lei si è dimostrato un ‘amico autentico’ e con il quale ha condiviso tappe importanti nel cammino del Corteo e nella gestione della Scuola delle Suore di Carità. Parole di affetto anche quelle pronunciate da Don Giuseppe, che a stento ha trattenuto l’emozione nel ricordare quel profondo «amore per Montecassino e soprattutto per San Benedetto». A più riprese è stata sottolineata, inoltre, e non poteva essere altrimenti, la circostanza che ha visto celebrare le esequie nello stesso giorno di Papa Benedetto XVI. Una incredibile e non solo formale coincidenza.

«Ci hai lasciato con l’eleganza che ti ha contraddistinto per tutta la vita - ha sottolineato il figlio Pierluigi Daniele - lasciandoci una immensa eredità: il valore del servizio gratuito, della condivisione, della collettività. Insegnandoci cosa sia il perdono». Nulla potrebbe avere un valore più grande. 

 

Redazione L'Inchiesta Quotidiano

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